Consapevolezza corporea contro lo stress
Negli ultimi anni il nostro stato psico-fisico è stato decisamente messo alla prova.
La pandemia, la guerra, il contesto di incertezza ci hanno sottoposto e ci sottopongono a forti sensazioni di disagio, paura, angoscia, solitudine; il nostro corpo e la nostra mente già tanto provati dai ritmi frenetici di questi tempi moderni sono stati travolti da livelli di stress spesso decisamente al di sopra delle nostre possibilità di resistenza.
STRESS?
Quando si determina una situazione di stress non è solo il corpo che reagisce, bensì tutta la persona.
Lo stress comporta maggiore secrezione di cortisolo o iperattivazione del sistema simpatico, ma anche pensieri, emozioni, stati d’animo, comportamenti e così via. Non sono solo gli equilibri del corpo ma gli equilibri dell’individuo nella sua globalità che vengono sollecitati.
Nel nostro mondo occidentale lo stress è legato soprattutto alle incombenze, alle necessità, ai ritmi della quotidianità, al nostro valore e alla nostra immagine pubblica e privata: esso attiva risposte che possono scaturire emozioni e stati d’animo negativi. Tutto questo poi significa abbassamento dell’autostima, abbassamento del senso di autoefficacia e tutti i vissuti si riflettono in modo svantaggioso sul cervello e sul corpo diventano “tossici” per l’organismo e il suo funzionamento.
Quando ci si sente “stressate”, si avvertono malesseri e sintomi vari e magari ci si rivolge al proprio medico o a qualche specialista.
Una situazione nella quale si potrebbe fare molto: la spirale potrebbe essere compresa e fermata, si potrebbe tornare alla “guida della propria barca” anziché sentirsi un passeggero, tornare a gestire le cose, anziché inseguirle, con la sensazione di dover rincorrere sempre qualcosa o qualcuno.
Purtroppo ci sono dei “nemici”: il meccanismo stesso dello stress che impedisce di “staccare” e scendere un attimo dalla “giostra”, che ci impedisce di volerci bene, l’idea diffusa che se-non-si-è-proprio-malati-allora-si-è-sani, le risposte dei medici, che non sanno in genere come “curare” lo stress perché non è una malattia.
Ormai molte scoperte anche in ambito medicale indicano che noi possiamo prendere in mano la gestione del nostro stress; la mia esperienza personale mi ha permesso di riscoprire questo atto come un ottimo investimento, perché il potenziamento delle risorse interne che ci aiutano a stare bene è sicuramente un fattore indispensabile per promuovere il nostro benessere.
Viviamo in balia delle distrazioni mentali, siamo spesso distratti, continuamente identificati nei nostri stati mentali, sommersi da narrazioni interne ed emotività e ci troviamo così senza accorgercene in uno “stato alterato di coscienza” vivendo una vita piena di automatismi, profondamente innaturale e intrisa di sofferenza.
Da tutte queste condizioni scaturiscono stati di stress, risulta chiaro quindi come sia importante per cominciare a stare bene con noi stessi conquistare una maggiore lucidità mentale.
CHE FARE?
Discipline corporee come il pilates, lo yoga e la meditazione possono svolgere in questo caso un ruolo determinante, sono ormai tanti gli studi applicati ai loro benefici effetti.
Studi riportati su queste pratiche sembrano associare alla pratica una migliore regolazione del sistema nervoso simpatico e del sistema ipotalamo-ipofisi-surrene, una riduzione della velocità del metabolismo, una diminuzione del ritmo e volume della respirazione, diminuzione del livello di lattato ematico, molto alto nei pazienti affetti da nevrosi ansiosa, un rallentamento del battito cardiaco, un aumento di onde alfa, onde che predominano quando una persona è completamente rilassata con gli occhi chiusi, un aumento della resistenza cutanea al dolore, indice di un maggiore rilassamento, un miglioramento dell’attenzione e della gestione delle emozioni, un significativo incremento nelle capacità di risposta di difesa dell’organismo dagli agenti patogeni esterni.
Perché la pratica possa nel tempo dare i frutti sperati è importante il ruolo dell’insegnate che ritengo debba dare strumenti di conoscenza adeguati di quello che la pratica realmente è, quindi non una gara a chi ha un corpo perfetto o a chi lo utilizza meglio ma un cammino che ognuno di noi percorre partendo da ciò che è per raggiungere senza giudizio e senza fretta e sforzo una maggiore chiarezza mentale che per i nostri standard fisici passa inevitabilmente prima attraverso una maggiore e consapevole libertà di movimento.